Microclima

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Rischio Microclima
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Microclima, la normativa sui luoghi di lavoro D.Lgs 81/80

Il D.Lgs 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro), in relazione al microclima degli ambienti non industriali (indoor secondo la condivisibile accezione ISO) fornisce prescrizioni al Titolo II (Luoghi di Lavoro), art. 63 (Requisiti di salute e sicurezza) e al Titolo VII (Attrezzature munite di videoterminale), art. 174 (Obblighi del datore di lavoro).
I due articoli rimandano rispettivamente ai due seguenti allegati:

  • Allegato IV: “Requisiti dei luoghi di lavoro”, punto 1.9 Microclima
  • Allegato XXXIV: “Videoterminali”, punto 2 Ambiente, lettera e) parametri microclimatici

Al punto 1.9 dell’allegato IV sono definiti i requisiti microclimatici di tutti gli ambienti di lavoro chiusi, per quel che concerne aerazione, temperatura e umidità.
Alla punto 2, lettera e) dell’allegato XXXIV sono definiti i requisiti microclimatici delle postazioni al videoterminale, quindi gli uffici e agli ambienti a questi assimilabili.
Ricordiamo infine che il legislatore tratta il microclima anche al Titolo VIII (Agenti Fisici), ma in questo caso intende fissare le norme a tutela dei rischi connessi con il microclima degli ambienti di lavoro industriali, dove non si può escludere che questo agente possa costituire un serio pregiudizio per la salute. Dal punto di vista igienistico si parla di stress termico e se interessati a questo tipo di consulenza vi rimandiamo a quest’altra pagina: Stress Termico.

Il benessere termoigrometrico – definizione (ASHRAE, 1992)  – è la condizione psicofisica in cui il soggetto esprime soddisfazione verso l’ambiente termico, ovvero la condizione dell’individuo in cui non ha né sensazione di caldo, né di freddo (condizione di neutralità termica).

Affinchè ci sia il benessere termico è necessario anche che siano limitate le disuniformità delle variabili ambientali. Tali disuniformità sono quantificate a mezzo di quattro indici di discomfort locale. È del tutto errato classificare il grado di benessere di un ambiente termico tramite i soli indici di comfort globale.

Indici di Discomfort Locale

Gli indici di discomfort locale sono:

DR (Draught Rating)Disagio da correnti d’aria
PDHKDisagio da differenza verticali di temperatura
PDFDisagio da pavimento freddo/caldo
PDRADisagio da asimmetria radiante.

Il testo della legislazione sul microclima

Nello specifico il D.Lgs 81/08 afferma:

Allegato IV, punto 1.9. – (“Microclima”)

1.9.1.2. Se viene utilizzato un impianto di aerazione, esso deve essere sempre mantenuto funzionante. Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo, quando ciò è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori.

1.9.1.3. Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell’aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d’aria fastidiosa.

1.9.1.4. Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.

1.9.2. Temperatura dei locali

1.9.2.1. La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori.

1.9.2.2. Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell’aria concomitanti.

1.9.2.3. La temperatura dei locali di riposo, dei locali per il personale di sorveglianza, dei servizi igienici, delle mense e dei locali di pronto soccorso deve essere conforme alla destinazione specifica di questi locali.

1.9.2.4. Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro.

1.9.2.5. Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l’ambiente, si

deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo

basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione.

Allegato XXXIV: videoterminali punto 2. Ambiente, lettera e) Parametri microclimatici:

Le condizioni microclimatiche non devono essere causa di discomfort per i lavoratori.

Le attrezzature in dotazione al posto di lavoro non devono produrre un eccesso di calore che possa essere fonte di discomfort per i lavoratori.

Descrizione del servizio

Analisi microclima negli ambienti di lavoro

CeSNIR esegue tutti gli accertamenti tecnici necessari al datore di lavoro per la corretta valutazione del microclima declinato, in questo caso, come comfort termico. Questi comprendono:

  1. analisi preliminare degli ambienti di lavoro dal punto di vista di
    • orientamento geografico
    • dimensioni e affollamento
    • presenza di superfici trasparenti (finestre, vetrate, lucernari)
    • collocazione verticale nell’edificio (piano interrato, terra, intermedio, sotto copertura, …)
    • sistema di climatizzazione
    • presenza o meno di schermature alla radiazione solare (artificiali o naturali, interni o esterni, tipologia)
  2. individuazione delle figure che in detti ambienti lavorano e prima valutazione degli abbigliamenti indossati e dei compiti lavorativi svolti
  3. determinazione delle categorie degli ambienti di lavoro soggetti alle restrizione di comfort termico (A, B o C, come da norma UNI EN ISO 7730:2006, secondo metodo INAIL, 2009)
  4. organizzazione della campagna di rilievi: determinazione delle posizioni di misura e dell’orario di misura (con preferenza per rilievi condotti in doppio, mattina e pomeriggio)
  5. misurazioni dei differenti parametri termoigrometrici:
    • umidità e temperatura globale dell’aria (tramite misura della temperatura a bulbo secco e a bulbo umido a ventilazione forzata)
    • velocità dell’aria globale
    • temperatura media radiante globale
    • temperatura dell’aria a bulbo secco in corrispondenza delle caviglie e della testa
    • velocità dell’aria in corrispondenza della testa e/o delle spalle (misura ad alta frequenza)
    • temperatura superficiale nel punto di appoggio dei piedi (pavimento o pedana)
    • temperatura radiante netta
  6. determinazione dei fattori riferiti ai soggetti esposti:
    • metabolismo energetico
    • isolamento termico dell’abbigliamento
  7. calcolo degli indici di esposizione:
    • PMV (predicted mean vote – voto medio previsto) e PPD (predicted percentage of dissatisfied – percentuale prevista di insoddisfatti) per il comfort termico globale;
    • DR (Draught Rate) per il disagio da correnti d’aria
    • PD per il disagio da differenza verticale di temperatura, da pavimenti caldi o freddi, da asimmetria radiante
  8. emissione dei rapporti di prova con l’esito dettagliato di ogni rilievo eseguito, comprensivo di documentazione fotografica
  9. creazione del quadro sinottico dei i risultati per facilitare il confronto fra questi
  10. considerazioni e parere fisico-tecnico conclusivo: esame e commento dei risultati ottenuti indirizzato al RSPP comprensivo del significato e delle ragioni degli eventuali superamenti
  11. programma di riduzione: illustrazione delle possibili iniziative di miglioramento al fine della riduzione degli indici che hanno dato gli esiti peggiori
  12. allegato planimetrico

La metodologia di valutazione microclimatica adotta da CeSNIR è conforme alle norme tecniche di riferimento:

  • UNI EN ISO 7730:2006 “Ergonomia degli ambienti termici – Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale”
  • UNI EN ISO 7726:2002 “Ergonomia degli ambienti termici: Strumenti per la misurazione delle grandezze fisiche”
  • UNI EN ISO 8996:2005 “Determinazione del metabolismo energetico”
  • UNI EN ISO 9920:2009 “Valutazione dell isolamento termico e della resistenza evaporativa dell abbigliamento”

Per approfondire gli aspetti operativi della valutazione microclima nei luoghi di lavoro indoor.

Misurazione rischio microclimatico negli uffici e nei luoghi di lavoro

Strumenti per misurare le temperature in ambiente di lavoro e valutare il benessere termico

CeSNIR dispone di strumentazione conforme agli standard di cui sopra e specificatamente:

  • Acquisitori dati con collegamenti alle sonde via cavo e via radio
  • Psicrometri per la misura della temperatura e dell’umidità dell’aria
  • Globotermometri per la misura della temperatura media radiante
  • Anemometri a filo caldo o a termistore caldo per misure della velocità e della temperatura dell’aria fino a una frequenza di 10 Hz
  • Termoigrometri per la misura delle temperatura e dell’umidità dell’aria a differenti altezze da terra
  • Sonde doppie per temperatura superficiale del pavimento e temperatura dell’aria a livello caviglie
  • Radiometri netti per misura dell’asimmetria radiante

CeSNIR dispone di diverse unità per ogni sonda per consentire l’eventuale misurazione contemporanea di ogni parametro a più altezze da terra o in punti diversi di un ambiente di lavoro.
Tutta la strumentazione è conforme ai requisiti dettati dalla normativa di riferimento (UNI EN ISO 7726:2002).

ultimo aggiornamento: marzo 2023

Quanto costa una valutazione del rischio microclima?

Il prezzo di una valutazione del rischio microclima è determinato dalla dimensione e dalla complessità dell’analisi (numero degli scenari espositivi, eterogeneità dei compiti lavorativi da esaminare, variabilità degli abbigliamenti adottati, specialmente se di natura protettiva, metodiche di analisi da adottare, etc).
Il preventivo fornito da CeSNIR descrive nel dettaglio il piano di lavoro e i risultati attesi. Tutte le attività sono documentate secondo i requisiti richiesti dalle autorità di vigilanza.
La maggior parte delle valutazioni dei rischi microclima ha un costo compreso tra 700.00 € e 2.300,00 € oltre IVA.

Misurazione microclima – Valutazione Rischio Microclima

Sull’argomento misurazione e analisi del microclima e della temperatura nei luoghi di lavoro e negli uffici ti potrebbe interessare leggere anche:

F.A.Q.

Microclima

No. Il microclima degli ambienti aperti può configurare seri rischi per i lavoratori. Si tratta infatti di ambienti vincolati (sui quali non si possono attivare misure di controllo delle temperature) e che nella stagione calda e in quella fredda si configurano come ambienti severi.

No, tranne che per gli ambienti a temperatura rigidamente controllata (celle frigo e celle calde). In generale, al fine di tenere conto del carico termico dovuto al meteo, è opportuno eseguire le misurazioni nel periodo estivo e/o in quello invernale.

Sì, le misurazioni vanno comunque eseguite, con impianto acceso alle condizioni ordinarie di utilizzo.

Il Decreto Legislativo n. 81 del 2008 prevede che tutte le aziende con almeno un dipendente a libro paga devono provvedere alla valutazione di tutti i rischi.

No, la temperatura è solo uno degli elementi del microclima e senz’altro insufficiente per la valutazione di questo tipo di rischio (o disagio).

L’obbligo di valutazione ha inizio con l’apertura dell’attività

Al di là dell’onerosità della sanzione, per il quale si rinvia all’analisi caso per caso, la valutazione di microclima permette di evidenziare zone, in modo oggettivo, prescindendo dalla soggettività singola, ove il disagio microclimatico esiste e può magari essere risolto con semplici ed economici accorgimenti, migliorando il benessere collettivo e, frequentemente, impattando positivamente sui consumi energetici.

E’ possibile, con determinati accorgimenti. Ne abbiamo discusso in un intervento presentato da CeSNIR nell’ambito del dBA – Agenti fisici e salute nei luoghi di lavoro – di Bologna del 17 ottobre 2019 dal titolo “Il tempo di misura di parametri termoigrometrici negli accertamenti tecnici di microclima

La problematica è molto complessa: CeSNIR ha approfondito l’argomento in questo articolo: “Strategie di valutazione del microclima negli ambienti produttivi e assimilabili” nel quale si riesamino i criteri con i quali determinare se la valutazione del microclima negli ambienti produttivi e assimilabili (ovvero magazzini, officine altri reparti a servizio dei produttivi) debba essere condotta mediante un accertamento sul comfort o sullo stress termico.
La conclusione di CeSNIR è che negli ambienti produttivi e assimilabili, l’obiettivo protezionistico di una valutazione del microclima sia quello di garantire la tutela da eventuali condizioni termicamente stressanti per i lavoratori e che quindi la valutazione del rischio microclima concerna lo stress termico.
CeSNIR ritiene che gli argomenti presentati (si veda articolo al link) risolvano l’impasse cui conduce una valutazione condotta con obiettivo di accertare e quindi poi garantire il comfort termico in questi ambienti.