Una concessionaria di autoveicoli ci ha richiesto di condurre un accertamento tecnico volto alla valutazione dell’esposizione alle vibrazioni dei lavoratori nella propria officina, in cui svolgono svariate attività (riparazione auto, cambio gomme, ecc.).
Il rischio da vibrazioni riguarda essenzialmente quelle trasmesse al sistema mano-braccio ed è connesso con l’utilizzo di utensili pneumatici quali l’avvitatore, la smerigliatrice per la riparazione delle gomme e il seghetto alternativo.
Le misurazioni condotte hanno evidenziato valori di accelerazione importanti e, nel caso del seghetto, quando utilizzato per il taglio dei paraurti, prossimi al valore limite di esposizione per tempi brevi individuato dal legislatore.
Il livello di esposizione giornaliera alle vibrazioni A(8) è comunque risultato minore del valore di azione definito dal D.Lgs 81/08 in 2.5 m/s2, in ragione dei ridotti tempi di esposizione, desunti dal numero medio di autoveicoli trattati giornalmente dall’officina e dalle durate delle singole attività in cui è richiesto l’uso degli utensili vibranti. Oltre al valore numerico dell’accelerazione rilevato strumentalmente è fondamentale determinare, con il maggior grado di precisione possibile, il tempo di esposizione degli addetti, in quanto un’errata valutazione potrebbe comportare una definizione scorretta erronea della classe di rischio, con le conseguenze del caso (mancata sorveglianza sanitaria, ecc.).
Per avere sufficiente confidenza che il cambio di tecnologia dell’utensile (da pneumatico a elettrico) dia concreti benefici in termini espositivi, va comunque verificata quale sia l’entità delle vibrazioni generate dall’utensile stesso rispetto a quelle prodotte dal processo complessivo.
Per esempio, nel caso del taglio dei paraurti, questi ultimi, in ragione della loro flessibilità, durante la lavorazione amplificano l’intensità dell’accelerazione in misura rilevante.
Data di pubblicazione: 15 Novembre 2021